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Il blog di ANTHOS formazione & comunicazione

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martedì 6 novembre 2007

Buon viaggio a Lei, Maestro.

Enzo Biagi va via lasciando il segno di tutta la sua esistenza.
Discreto e silenzioso, puntuale ed educato non ha creato rumore intorno a sé nemmeno in questi suoi ultimi giorni.
Ed il "pubblico" è stato in ansiosa attesa senza divenire invadente, sinceramente interessato e per nulla petulante, coinvolto e mai curioso.
E' dunque possibile che la grandezza di un uomo richiami al rispetto ed alla educazione senza chiederlo.
E ciò che più meraviglia, è che tutto questo silenzio, questo clima di partecipazione, ritirata ed intima, si realizzi in momenti di vociare confuso ed urla senza forti significati, tra povertà di sogni e inautenticità di tensioni ideali.
La voce ferma, decisa e mai sovrapposta a quella dell'interlocutore, la penna agile, veritiera e consistente, coraggiosa e senza spavalderie, si fa conoscere, senza parlare di sé, per ciò che è stata una vita intera, proprio attraverso la reazione di tutti alla Sua scomparsa.
Se c'è chi non lo ha mai incontrato, né letto, né visto o ascoltato, dallo stile dei commenti di tutti noi, potrà dedurre che portata ha raggiunto la Sua autorevolezza.
Ci sono persone rispetto alle quali la valutazione non richiede la conferma dei contenuti che esprimono. La loro grandezza va ben oltre.
Siamo così circondati da voci assordanti, che quasi non conosciamo più le basilari regole della comunicazione, gli strumenti che alimentano la ricerca delle verità, il rispetto dovuto a tutti i protagonisti della storia, la posizione frontale che ci pone in reciprocità dinanzi ad un uomo o ad una donna, chiunque sia e da qualunque parte del mondo giunga.
La pacatezza di Enzo Biagi, la Sua capacità di attendere la risposta dell'interlocutore, l'incapacità di sollevare polemiche, l'eleganza del Suo stile vanno ben oltre, secondo noi, ciò che ha espresso con le parole (che non è tempo né luogo per ripensare e nella cui direzione tanto sarà detto e scritto).
Per noi, piccoli lettori, sinceri e profondi estimatori di classe e dignità dei comportamenti, per la nostra generazione di cinquantenni e oltre, averne colto la grandezza, è un segno forte che l'aspirazione al bello, all'equilibrio, alla eleganza ed alla raffinatezza ancora palpita.
Se abbiamo colto, grazie ad Enzo Biagi, l'importanza dell'educazione, della saggezza, dell'equilibrio tra giustizia e libertà , allora possiamo tornare a sperare in uno spazio di dialogo, di ascolto, di collaborazione, di inclusione.
Ripercorrendo i sentieri intrapresi da chi non c'è più e continuando a tracciare nuove strade in continuità, coltivando memoria e rispetto, forse la morte è meno insopportabile. Certamente, la vita di chi rimane ha più senso.

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